SEGRETERIE NAZIONALI
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ALCATEL-LUCENT: DISMISSIONE DALL’ITALIA
Mercoledì 21 marzo 2012, all’incontro presso il Ministero dello
Sviluppo Economico, il Management di Alcatel-Lucent Italia, ha confermato, in continuità
all’incontro di gennaio u.s., che le attività svolte in Italia sino ad oggi, in modo particolare la
Ricerca e Sviluppo, non sono più considerate Core Business, e quindi il processo di riduzione è
giudicato non reversibile.
Questo nonostante l’incontro tra il Ministro Passera e il CEO di
Alcatel- Lucent Verwaayen.
Il CEO ha spiegato al Ministro, che le scelte non sono
riconducibili a mere ragioni economiche, bensì lo spostamento di attività è dovuto a decisioni sul piano
strategico a livello mondo che vede un riposizionamento sul mercato, e quindi gli investimenti si
focalizzeranno in aree dove il portafoglio prodotti non è presente in Italia.
Il Ministro Passera pur non condividendo la scelta strategica di
ALU ha cercato di capire dal Board di ALU, se vi fossero margini per un riposizionamento in Italia
attraverso progetti alternative messi a disposizione come sistema paese.
Il CEO di ALU, si è reso disponibile a verificare possibili
soluzioni alternative, a partire dall’avvio di un ecosistema, che vede oltre il MISE e l’Azienda, una serie
di soggetti che possono mettere in campo in aree ritenute qualificanti per ALU.
Questo è condizionato da una serie di fattori, quali la
sostenibilità di mercato delle TLC, deve vedere una rete di competenze favorevoli ad un percorso di
riqualificazione/riconversione non necessariamente attinenti alla storia professionale dei
lavoratori, ed infine un vero sistema paese che deve vedere attrattibilità del business e del mercato
attraverso la leva fiscale, la normativa e legislazione.
Come Organizzazioni sindacali, pur apprezzando l’apertura del
CEO al Ministro, siamo altresì consapevoli che a favorire il processo di trasferimento di altre
attività in Italia, con travaso di competenze e nuovi investimenti per la Società, è una ipotesi
tutta da costruire e tutto in salita, in quanto il piano è condizionato al realizzarsi di una
serie di elementi, che esulano dalla partecipazione, o responsabilità diretta dei lavoratori.
L’unica certezza, è che ALCATEL-LUCENT, ha chiuso o
esternalizzato stabilimenti manifatturieri, con una conseguente perdita di migliaia di posti
di lavoro, e oggi tocca alla R&D.
Errori di strategia industriale, cambi di business e di mercato,
stanno comportando alla inesorabile dismissione di ALCATEL-LUCENT in Italia, dopo la soluzione ultima
trovata per l’R&D di Genova attraverso la società Selesoft Consulting, società del gruppo B
Soft, ecco la nuova decisione di dismettere le attività di optics di Rieti in favore di S3G.
FIM-CISL e UILM-UIL, esprimono tutte le loro preoccupazioni per il
continuo piano di dismissione dall’Italia della multinazionale francocanadese, questo si
evince ad esempio dall’evoluzione della piattaforma SAM (vecchia piattaforma Lucent in sostituzione di
quella di Alcatel 1350 OMS-PKT), occorre una strategia sulle TLC, non basta l’agenda digitale
italiana e per questo chiediamo un intervento dal Ministro Passera per attrezzare di più il sistema
paese. Occorre l’istituzione di un tavolo sulle TLC, e non comprendiamo il grave ritardo della FIOM,
nel condividere una richiesta ufficiale al Ministero, come non comprendiamo le ultime decisioni
prese da una parte del coordinamento, per il quale stiamo facendo delle verifiche estese
anche all’ECID, questo perché il problema non è solo dei lavoratori di ALU.
Al Ministro Passera, diciamo che serve, in tempi rapidi, un
intervento come sistema paese.
A causa delle vertenze aperte sul settore si rischia di perdere
migliaia di posti lavoro e perdere, allo stesso tempo, su molte multinazionali lo slash .IT. Non perdiamo il
link.
Roma, 26 marzo 2012
FIM UILM NAZIONALE