lunedì 19 marzo 2012

Alcatel Lucent, la denuncia al Governo degli ex "ragazzi" Telettra: stop ai 500 esuberi

Ricevo e pubblico volentieri questa lettera di un gruppo di top manager che dal 1980 al 2003 hanno guidato prima Telettra e poi Alcatel-Telettra. Si tratta di un team di “vecchi” leoni, se mi è permesso il termine (meglio "ex ragazzi"), che hanno deciso di denunciare al Governo e all'opinione pubblica il possibile licenziamento dei 500 super ingegneri di Alcatel Lucent. Di quella che un tempo è stata la loro azienda. Si tratta di Raffaele Palieri, già amministratore delegato di Telettra, Salvatore Randi, direttore generale e poi numero uno di Italtel, ma anche di un altro direttore generale, Guido Vannucchi (che è stato anche vicedirettore generale della Rai e ora è presidente di Ota Italia). E ancora: Pierluigi Ferraioli, Bruno Piacentini, Attilio Vecchi e Guglielmo Sinigaglia. Una lettera inviata a questo blog anche in rappresentanza dell’Associazione “Amici Telettra”, che conta alcune centinaia di persone. Mi sono permesso solo di sottolineare alcuni passaggi cruciali su Obama e il Governo italiano.
In un momento in cui si parla tanto nel nostro Paese della necessità di politiche per la “ripresa”, si ritiene fondamentale tornare a sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo sulla gravità, non percepita con la dovuta compiutezza, dell’annuncio da parte del Gruppo Alcatel-Lucent (Alu) di “esuberi” in Ricerca e Sviluppo (R&s) per la filiale italiana, mettendone meglio a fuoco anche gli effetti di “moltiplicazione” nello scenario del nostro Paese. In primo luogo è bene notare che il reale numero di progettisti coinvolti ammonta a quasi 500 persone, dal momento che nel 2011 Alu aveva già dato un analogo annuncio per 100 addetti di R&s per le sedi di Genova e Bari che si sommano a quelli della più recente comunicazione per più di 360 progettisti per la sede di Vimercate, tutti operanti in campi avanzati quali quelli delle reti a larghissima banda. Siamo, per l’Italia, di fronte al maggior annuncio di disimpegno in un settore d’importanza vitale per il futuro del Paese che, è bene ricordarlo, si somma alle avvenute dismissioni di 350 progettisti del radiomobile di quarta generazione, operate un anno e mezzo fa dalla Nokia-Siemens, ed alle presenti difficoltà anche di Italtel e Sirti. Le ragioni che danno all’annuncio in questione una particolare rilevanza e specificità sono:
1) la completa distruzione di una “scuola” con profonda cultura sistemistica in campo trasmissivo e di un patrimonio di alto livello costruito in tanti anni che contava, all’atto della vendita della Telettra all’Alcatel nel 1990, più di 2500 ricercatori.
2) Vedere distruggere quello che abbiamo contribuito a costruire riempie di grande tristezza ma ancor più colpisce il senso di fatalismo in cui, nel nostro Paese, si tende a considerare queste cose.
3) Privazione, come conseguenza, della missione di prodotto affidata dal Gruppo Alu all’Italia con la Divisione Optics con Headquarter in Vimercate e del relativo centro decisionale italiano che ha conseguito nella sua storia risultati di eccellenza a costi di sviluppo molto competitivi.
4) Esaurimento delle commesse di ricerca verso le Università Italiane nel campo della fotonica.
5) Incapacità futura del Sistema Italia di attrazione per i finanziamenti europei alla Ricerca nel campo della fotonica (considerata altamente strategica a livello europeo).
6) Definitivo colpo di grazia ai corsi di laurea in Telecomunicazioni delle Università italiane, già in vertiginoso calo di iscritti (non solo si fa fatica a trovar posto ma si è addirittura licenziati!).
7) Perdita del naturale bacino di esperienza per progettisti che poi passano agli operatori di rete per la progettazione delle reti e dei relativi servizi. In particolare, ciò che appare poco chiaro nella strategia del Gruppo Alcatel Lucent (a maggioranza francese) è il previsto spostamento delle attività italiane negli Stati Uniti con relativa assunzione di nuovo personale a costi certamente maggiori. L’unica spiegazione è la pressione della componente Lucent del Gruppo, sensibile ai richiami di Obama di iniziative per la ripresa economica, cui tuttavia consegue un forte indebolimento, non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa nel campo nella progettazione dei sistemi a larghissima banda che non rimarrebbe più presidiato nonché un forte colpo alla presenza nel nostro Paese di attività industriali, anche a controllo estero, ma con precisa e strategica missione affidata. Non conosciamo nei dettagli gli esiti del recente incontro tra il Ministro Corrado Passera e il Ceo del Gruppo Alu Verwaayen, che avrebbe dato alcune generiche indicazioni di possibili altri utilizzi delle risorse senza una nuova riflessione sulla strategia annunciata. Ci auguriamo, pertanto, che il Governo abbia considerato la gravità delle situazioni sopra indicate e contribuisca ad arrestare in Alu-Italia l’emorragia di strategiche risorse umane - conseguenza anche della mancanza di un’efficace e attrattiva politica industriale in settori fondamentali e trainanti - per evitare che si dissolvano, in modo irreversibile, nuclei di alta competenza. Occorre assolutamente trovare soluzioni che impediscano al nostro Paese di perdere totalmente la capacità di progettare e gestire in autonomia le future reti di comunicazione mantenendo valide prospettive di lavoro nei settori industriali più avanzati.

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