Comunicato RSU
Alcatel-Lucent/Coreat del 27-03-2012
Alcatel-Lucent
in data 21-03-2012 presso il MiSE alla presenza del Dott. Castano, ci ha
illustrato i dettagli dell’incontro tra il Ministro Passera e i vertici di
Alcatel-Lucent (Ceo ALU Ben Verwaayen, A.D ALU Italy G.Baini) da cui e’ emersa
la disponibilità, da parte dell’azienda, di ricercare internamente alla
multinazionale attività su cui riallocare i dipendenti in esubero nella
divisione “Optics”.
Questo
non interrompe la procedura di razionalizzazione delle attività “Optics” in
Italia, ma apre uno spiraglio ad una riconversione e riqualificazione delle
persone in esubero.
A
seguito di queste dichiarazioni, che facevano ben sperare rispetto al
precedente annuncio di 490 esuberi, il responsabile Risorse Umane dell’Italia dichiarava
la volontà, da parte della divisione “Optics”, di abbandonare il sito di Rieti, con conseguente spostamento a
Vimercate delle attività e di alcuni lavoratori impiegati nel laboratorio
R&D.
Come
alternativa ci ha proposto un‘opportunità’, tra l’altro da prendere al
volo, nella divisione “Service” (mercati
trasversali) nel gruppo “S3G” in quanto alcune attività date in consulenza
sarebbero ritornate all’interno di Alcatel-Lucent .
Tale
opportunità vedrebbe impegnate solo 20 delle 32 persone “Optics” e tale
riconversione non sarebbe automatica.
Infatti.
le persone dovrebbero candidarsi a queste posizioni, mandare il proprio
curriculum, sostenere un colloquio per verificare le competenze, per poi essere
(forse) accettati a ricoprire l’incarico.
Altri
5/6 lavoratori saranno impiegati in un progetto per Telecom Italia (progetto già
presente a Rieti).
Per le
posizioni rimanenti si prevede il trasferimento, su base volontaria, nella sede
di Vimercate per continuare il lavoro sulle attività’ “Optics” accentrate allo
scopo di aumentare l’efficienza.
Queste
dichiarazioni ci preoccupano e non ci trovano affatto d’accordo per i seguenti
motivi:
- Trasferire le attività di “Optics”, anche se in fase di contrazione, da Rieti a Vimercate fa pensare che non saranno dismesse a breve (e forse mai), dato il rilevante numero d’installazioni presenti nel mondo. Perché non continuare a gestirle a Rieti dove esistono le necessarie competenze?
- Essere trasferiti in un'altra divisione con delle attività precedentemente gestite da un gruppo di consulenti ci fa passare dalle “stelle” alle “stalle” . Lasciamo il Core-Business di R&D per un lavoro ancora da definire e di dubbia certezza e probabilmente a tempo determinato.
- Le modalità di riconversione scelte non garantiscono che tutti i lavoratori vengano riqualificati, in quanto la valutazione delle competenze sarà soggetta al veto dei manager di un’altra divisione.
Pur non avendo alcuna pregiudiziale rispetto a tale
opportunità, vorremmo avere la possibilità di valutarla attentamente nei
dettagli, nei contenuti ma soprattutto nelle prospettive e garanzie reali per
il futuro.
Nel
contempo riteniamo che le attività svolte attualmente nel sito di Rieti debbano
essere mantenute finché non avremmo riscontri rispetto alle nostre
preoccupazioni .
Rieti,
27 Marzo 2012 RSU
Alcatel-Lucent/Coreat
Non credo sia sfuggito a nessuno della «tenacia con cui il presidente della Provincia di Rieti ha affrontato la delicata situazione» ed il salvataggio di Coop Risparmio 76, fortemente integrata con la politica, mentre per il disastro Alcatel-Lucent/Coreat tutto è nella non volontà politica di attrarre certe aziende.
RispondiEliminaSupermercati e lobbisti si, tecnici ed operai no? Melilli come Monti?
Perché non parlare del “declino che vive Rieti dopo vent’anni di governo del centrodestra”, come rivendica Petrangeli, che però non arriva dal Comune ma dalla Provincia cattocomunista che ha poteri e capacità di pressione, oltre a poter spendere una marea di soldi.
Una Giunta guidata da Melilli che ha aggiudicato ad un’impresa romagnola un importante appalto come quello dell’Istituto Alberghiero, nel settore in crisi dell’edilizia, con conseguente licenziamento di personale locale.
Oppure, come scrive Sabina magazine, “il Polo della Logistica di Passo Corese compie dodici anni. Le domande restano insolute. Perché non è mai stato diffuso un piano industriale? Quali aziende si insedieranno? Perché “macroscopiche” modifiche alla variante vengono definite “di lieve entità”? Perché un ramo ferroviario sparisce insieme allo scambio merci ferro-gomma? Perché il raddoppio di metri cubi costruibili da 5,6 a 9,8 milioni?”
E non mi si venga a dire che con tutto quello che stanno creando a Passo Corese non potevano esserci 20-50 posti di lavoro (indotto tecnologico) per i licenziati Alcatel-Lucent/Coreat.
Una Provincia che non fa abbastanza per salvare il “punto nascite” dell’ospedale provinciale De’ Lellis. Un “rischio declassamento del nosocomio”, come lo chiama Perilli, invitando il Centrodestra ad uscire dal letargo, mentre il letargo sembra esser tutto a casa sua, visto che “il rischio” è causato dall’incapacità della Provincia nel costruire alleanze interterritoriali.
Decine di sedi scolastiche chiuse od accorpate senza proteste da parte di Melilli. L’ospedale di Amatrice azzerato “per colpa della Polverini”, anche se a difenderlo in Regione dovevano pensarci Perilli e Melilli.
Per non parlare degli agricoltori ancora in attesa del pagamento dei fondi comunitari ormai da anni.
Soldi che non ci sono da anni ed anni, a fronte delle ingenti somme “sperperate” nel restauro del palazzo storico oggi sede della Provincia, dato che l’immobile è di proprietà privata?
Una sinistra reatina che “scopre le macroaree” nel III Millennio, e che riesce anche a chiamarle ‘strana invenzione’ (Perilli), senza rendersi conto che, dovunque, un “quartiere di 30mila abitanti” ha solo un commissariato, la posta e, forse, un pronto soccorso ed un capolinea di bus.
La sinistra reatina ha la responsabilità storica di aver remato contro lo sviluppo di Rieti, dato che è piena di ex-democristiani eccellenti, ovvero “quelli di prima”. Una sinistra che riesce solo a riempirsi la bocca di “città dell’economia verde, città solidale, città dell’equità, città dell’energia, città digitale, città della salute”, mentre c’era da fare una sola cosa: aumentare la popolazione ed il PIL.
Un treno perduto, ormai, dato che è impensabie che si chiudano a Roma o a Latina strutture in territori densamente popolati e, poi, si lascino aperte quelle in zone quasi spopolate.
Un disastro compiutosi negli ultimi 4-5 anni, di cui è la Provincia ad averne le responsabilità, del tutto inerte sulla realizzazione di un raccordo esterno alla città o la Rieti-Torano.
Una sinistra che sa fare politica solo fomentando “scandali” inesistenti, come per Viale Matteucci, dove l’esigenza di messa in sicurezza è di lunga data. O che specula anche sul “migliore amico dell’uomo”, se in provincia di Rieti esiste un unico canile di proprietà privata, mentre dovrebbero essercene di pubblici per legge nazionale e regionale.
Dunque, per sapere cosa fare a Rieti, basta guardare a cosa ha fatto la Provincia (e non solo il Sindaco uscente) in questi 5 anni.