Alcatel-Lucent, qualcosa si muove. Giovedì al ministero dello Sviluppo
c’è stato l’attesissimo incontro tra il ministro Corrado Passera,
l’amministratore delegato di Alcatel Lucent Ben Verwaayen e l’ad della
filiale italiana Gianluca Baini.
«Nel corso del colloquio - così come riferito da una nota ministeriale -
Verwaayen ha illustrato le ragioni delle scelte strategiche che il
gruppo sta perseguendo in Europa e negli altri Paesi in cui opera. Il
ministro Passera ha evidenziato a Verwaayen che Alcatel Lucent è una
realtà importante per il Paese e ha invitato l’azienda a riflettere su
nuovi scenari per sviluppare ulteriormente attività in Italia. L’azienda
ha accolto l’invito e si è riservata di chiarire, in tempi brevi, le
modalità entro cui collocare eventuali nuove iniziative per la sua
realtà italiana». Dunque, una discussione sul futuro di Alcatel in
Italia si è aperta e ai massimi livelli possibili, come chiesto a gran
voce da sindacati e lavoratori. Il destino del laboratorio di ricerca di
Rieti si gioca dentro questa partita, per vincere la quale tutti gli
alleati sono bene accetti. Così ieri pomeriggio una delegazione reatina
(rsu e segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm) si è mossa alla volta
di Roma per coinvolgere la Regione Lazio. «Direi che l’operazione è
riuscita - dice Giuseppe Ricci della Fim Cisl - Non abbiamo potuto
incontrare l’assessore Mariella Zezza ma abbiamo avuto una riunione
operativa con i funzionari che per conto della Regione materialmente
seguono le vertenze laziali al tavolo del ministero, Claudio Durigon e
Raffaele Fontana. Alla luce dell’importanza strategica che il sito
Alcatel riveste per il reatino abbiamo chiesto alla Regione di spendere
il suo peso politico laddove ci sarà da ragionare per territori ed
essere pronta a mettere in campo anche strumenti economici». Ora si
aspetta la data di convocazione di un nuovo tavolo ministeriale per
vedere se rispetto al piano di tagli annunciato il 24 gennaio c’è stato
un qualche ripensamento e in quale direzione.
A Rieti la mobilitazione dei lavoratori continua, non fosse altro perché
sono materialmente sotto sfratto. Il trasloco sarebbe dovuto avvenire
entro il primo marzo ma come già in altre occasioni la data è stata
fatta scivolare via senza intoppi e c’è già chi si chiede la ragione per
cui nelle prime settimane di febbraio l’azienda abbia voluto esasperare
anche questo passaggio. Comunque, la spada è lì che pende sulla testa
dei tecnici che presidiano notte e giorno i laboratori nel timore che le
attrezzature prendano il volo.
A.L.
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